Tra le campagne ordinate e le strade rettilinee che ancora oggi disegnano la pianura ravennate, si nasconde un itinerario affascinante: quello delle antiche pievi della Bassa Romagna.
Un percorso che attraversa secoli di storia, arte e spiritualità, raccontando l’evoluzione del territorio dalle origini cristiane dell’Alto Medioevo fino alle trasformazioni settecentesche.
Dalle origini bizantine alla cristianizzazione delle campagne
Le pievi della Bassa Romagna sono le eredi dirette della romanità rurale.
Nacquero tra il VI e l’VIII secolo, in un periodo in cui il Cristianesimo si stava radicando nella vita quotidiana delle popolazioni agricole e la dissoluzione dell’impero romano lasciava spazio a nuove forme di organizzazione territoriale.
Sorte all’interno della centuriazione romana — di cui si leggono ancora oggi le tracce nell’andamento regolare delle strade — le pievi divennero i primi centri di riferimento religioso, civile e amministrativo delle campagne.
Dotate di fonte battesimale e cimitero, erano punti di aggregazione per le comunità sparse, veri e propri “comuni ante litteram”.
Nel corso dei secoli, con l’evolversi della struttura ecclesiastica, il loro ruolo divenne prevalentemente religioso, ma rimasero sempre luoghi identitari e di profonda devozione.
Dal punto di vista architettonico, molte pievi conservano ancora le absidi rivolte a oriente, simbolo del Cristo che sorge come luce del mondo, e si ispirano ai modelli bizantini e ravennati, testimoniando il legame diretto con la grande stagione artistica di Ravenna capitale.
Itinerario delle Pievi della Bassa Romagna
Un percorso che si può compiere in una giornata, tra spiritualità, arte e silenzio, attraversando tre luoghi simbolo di questa eredità millenaria.
Prima tappa: Barbiano di Cotignola
Pieve romanica di Santo Stefano
Nel cuore della piccola frazione di Barbiano, sorge la Chiesa di Santo Stefano, una delle testimonianze più interessanti del patrimonio religioso locale.
L’edificio attuale, costruito nel XVIII secolo su progetto dell’architetto Cosimo Morelli, si presenta con una facciata sobria e armoniosa, affiancata da un campanile slanciato ricostruito fedelmente dopo la Seconda guerra mondiale.
L’interno, di gusto neoclassico, colpisce per la sua pianta ellittica, scandita da sei cappelle separate da eleganti colonne ioniche che sorreggono la grande volta centrale.
Ma il vero tesoro si trova all’esterno: lungo il perimetro posteriore dell’abside, si possono ancora ammirare i resti di una più antica pieve romanica, risalente al X secolo e successivamente riedificata prima del 1409.
L’antico muro in mattoni e la struttura armoniosa delle absidi richiamano gli esempi tipici del romanico ravennate, restituendo un raro frammento di architettura sacra medievale immersa nella campagna.
È come se, dietro l’eleganza neoclassica, il passato più remoto continuasse a respirare.
Seconda tappa: Bagnacavallo
Pieve di San Pietro in Sylvis
Tra le pievi romaniche più antiche e meglio conservate dell’area ravennate, la Pieve di San Pietro in Sylvis di Bagnacavallo è un autentico gioiello d’arte e spiritualità.
Fu edificata nel VII secolo, probabilmente sui resti di un antico tempio romano dedicato a Giove, e sorge in una zona che, in epoca tardoantica, era circondata da boschi e paludi (“in sylvis”, appunto).
La chiesa si trovava lungo la storica Via dei Romei, uno dei principali itinerari medievali di pellegrinaggio verso Roma, e per secoli ha rappresentato un punto di sosta e di preghiera per i viandanti.
All’interno conserva un prezioso ciclo di affreschi trecenteschi, attribuiti a Pietro da Rimini, che raffigurano la teoria degli apostoli e il Cristo Pantocratore.
Un tempo l’edificio era interamente decorato: oggi, tra le navate, si distinguono ancora tracce di pitture quattrocentesche di scuola ferrarese, antichi stemmi gentilizi e un raffinato ciborio romanico.
Sotto il presbiterio si apre una cripta dell’XI secolo, costruita con materiali di recupero romani, che aggiunge al luogo una suggestione quasi mistica.
La luce che filtra dalle piccole monofore e il silenzio che avvolge l’ambiente creano un’atmosfera sospesa, dove si percepisce la continuità tra fede e tempo.
Terza tappa: Santa Maria in Fabriago di Lugo
Pieve di Campanile
Nel territorio di Lugo, la campagna custodisce una delle pievi più antiche e cariche di fascino: la Pieve di Campanile, dedicata a Santa Maria in Fabriago.
Le sue origini risalgono all’Alto Medioevo, quando era conosciuta come Pieve di Santa Maria in Centumlicinio.
L’attuale edificio, a navata unica con abside poligonale, risale al XVI secolo, ma sorge su fondamenta di epoca molto più antica.
Accanto alla chiesa si innalza il suo elemento più caratteristico: un campanile cilindrico dell’XI secolo, costruito in mattoni, che con la sua verticalità richiama i modelli ravennati e invita il visitatore a varcare la soglia.
L’interno, semplice e raccolto, trasmette una pace profonda e rimanda alle radici religiose e culturali della pianura romagnola, dove la fede era strettamente intrecciata con la vita agricola e con i cicli della natura.
La Pieve di Campanile rappresenta così un ponte ideale tra passato e presente: un luogo dove la spiritualità medievale incontra la quiete della campagna contemporanea.
Un viaggio nel cuore della Bassa Romagna
Visitare le pievi di Barbiano, Bagnacavallo e Fabriago significa compiere un viaggio nella memoria più autentica della Romagna, alla scoperta delle sue origini cristiane e delle tracce materiali della centuriazione romana che ancora ordinano il paesaggio.
Ogni pieve è un piccolo scrigno di arte e devozione, ma anche un racconto di comunità: testimone di come le campagne abbiano saputo conservare nei secoli un equilibrio tra uomo, natura e fede.
Informazioni pratiche
Durata consigliata: 1 giorno
Ideale per: coppie, amici, gruppi, appassionati di arte e storia
Periodo consigliato: tutto l’anno
Le pievi sono visitabili liberamente negli orari di apertura o su prenotazione per gruppi e visite guidate presso gli uffici turistici di Cotignola, Bagnacavallo e Lugo.
Il percorso può essere facilmente seguito in auto, moto o bicicletta, percorrendo le strade di campagna che uniscono i tre centri.
Un itinerario di arte e spiritualità
Tra architetture romaniche, affreschi medievali e silenzi rurali, l’itinerario delle Pievi in Bassa Romagna è un invito a rallentare, osservare e lasciarsi avvolgere da un patrimonio che unisce pietra, luce e memoria.
Un viaggio fuori dal tempo, dove ogni abside orientata a oriente ricorda ancora oggi la luce che sorge, simbolo della rinascita e della speranza.
