Pavaglione
Imponente quadriportico di circa 100 metri per lato – pari a un ettaro – situato di fronte alla rocca estense, il Pavaglione nasce nel 1570 per volontà del duca Alfonso II d’Este, che ordinò la demolizione delle fortificazioni circostanti al fine di creare uno spazio dedicato al mercato settimanale[120]. La prima loggia edificata offriva rifugio sia alle truppe che ai mercanti, ma nel tempo la funzione commerciale prese il sopravvento su quella militare. Il luogo divenne celebre per il mercato dei bozzoli di baco da seta, tanto da essere denominato in origine “Padiglione de’ folicelli da seta”, quindi “Paviglione”, e infine “Pavaglione”. Il termine, infatti, designa uno spazio chiuso e coperto destinato alla vendita dei bozzoli. Spinti dalla prosperità del commercio serico, i lughesi decisero di dotarsi di una struttura stabile destinata esclusivamente a questa attività.
Costruito in diverse fasi, fino al 1780 esisteva un solo portico. In quell’anno, il consiglio comunale deliberò l’ampliamento della struttura. Il progetto, affidato all’architetto ferrarese Giuseppe Campana, prevedeva l’aggiunta di tre nuovi porticati da affiancare a quello preesistente. Ispirandosi ai modelli architettonici dell’antichità classica, Campana realizzò due logge lunghe a una corsia (lati nord e sud) e una loggia corta a doppia corsia (lato ovest), duplicando per coerenza la corsia anche nel lato est. Gli archi si innestavano «su pilastri a base quadra, uniti da cornice semplice e divisi nella continuità con frontespizi a pilastri rettangolari (due per parte nei loggiati più lunghi), fatti di un fornice a maggior respiro, in mezzo a due aperture minori architravate, con sovrastanti riquadri»[121]. Sul lato occidentale fu innalzato un attico sormontato da una maestosa cimasa che dominava l’intero foro commerciale. Il nuovo Pavaglione fu inaugurato nel settembre 1783, in occasione della Fiera[122].
La lapide dedicatoria al legato di Ferrara, cardinale Francesco Carafa di Traetto, riporta:
(latino)
«Emporium Italiae frequentissimum
porticus angustiis ac temporariis tabernis
nec mercatoribus satis aptum nec mercibus tutum
Franciscus Card. Carafa Neap. Ferrar. Legatus
ne quid in posterum adliciendis negotiatoribus
nundinis amplificandis municipio ornando
confluentium denique commoditati deesset
ex area prorsus vacua et abnormi
in augustam hanc. formam cum porticibus et ornamentis
addito stationario milite
ampliavit et sub. ascia ded. an. MDCCLXXXIII»(italiano)
«Mercato tra i più frequentati d’Italia
Per la strettezza del portico e per le botteghe provvisorie
non sufficientemente adatto ai mercanti, né sicuro per le merci
il Cardinale Francesco Carafa, napoletano, Legato di Ferrara
affinché nulla per l’avvenire mancasse al richiamo dei mercanti
allo sviluppo del commercio, all’ornamento del Comune
ed infine alla comodità di quanti vi convengono
dall’area totalmente vuota ed irregolare
ridotto a questa forma maestosa con portici ed abbellimenti
aggiuntavi una guardia a presidio
ampliò e nuovo e intatto dedicò anno 1783»
(Lapide dedicatoria del Pavaglione)
Esempio raro di architettura civile settecentesca, il Pavaglione anticipa principi urbanistici moderni. I suoi portici ospitano ancora oggi numerose attività commerciali. Il lato est, più antico, fu demolito e ricostruito nel 1867 per uniformarlo agli altri lati. Le decorazioni furono affidate al pittore bolognese Luigi Samoggia, che curò anche l’ornamento delle finestre rettangolari, il disegno del parapetto e il timpano, decorato con lo stemma cittadino. A lui si deve anche la scelta della tinteggiatura generale. Nel 1895 venne installato un orologio meccanico, opera del maestro bolognese Clodoveo Franchini, tuttora funzionante (restaurato nel 2008).
Nel 1917, nel loggiato occidentale, furono aggiunte due lapidi in marmo a ricordo di Cesare Battisti e Guglielmo Oberdan[124]. Tra il 1910 e il 1937 fu inoltre collocato al centro della piazza un monumento dedicato a Mazzini e Garibaldi.
Teatro Rossini
Costruito nel 1758 su progetto dell’architetto Francesco Ambrogio Petrocchi, con l’intervento successivo di Antonio Galli Bibiena, il Teatro Rossini fu inaugurato il 15 agosto 1761 con la rappresentazione del “Catone in Utica” di Pietro Metastasio[125]. È un tipico teatro all’italiana con quattro ordini di palchi e loggione. Intitolato a Gioachino Rossini nel 1859, subì gravi danni durante la seconda guerra mondiale ma venne restaurato e riaperto nel 1986.
Palazzo Trisi
Elegante palazzo settecentesco progettato da Cosimo Morelli, fu costruito per ospitare le scuole pubbliche e il Collegio Trisi. Quest’ultimo nacque per volontà testamentaria del nobile Fabrizio Trisi (1580–1630), che destinò parte del suo patrimonio e la sua abitazione alla fondazione di un collegio per giovani meritevoli[126], affidandone la gestione al Comune. Inizialmente ospitato nella casa di via Codalunga (oggi via Matteotti), rilasciava lauree in legge e, dal 1706, anche in filosofia[53]. Nel 1760 il Collegio fu accorpato alle scuole pubbliche e si deliberò la costruzione dell’attuale edificio, i cui lavori si conclusero nel 1774. La biblioteca giuridica del Collegio divenne municipale sotto la dominazione francese e fu aperta al pubblico nel 1803.
Villa Malerbi
Antica residenza di campagna della famiglia Malerbi, costruita nei primi decenni dell’Ottocento, venne donata nel 1949 da Pietro Malerbi al Comune con la clausola che divenisse sede della scuola di musica cittadina. Dal 1950 ospita infatti l’Istituto musicale pareggiato “Giuseppe e Luigi Malerbi”, diretto inizialmente da Luigi Penazzi. Negli anni ’10 e ’20 del Novecento, l’istituto fu diretto dal celebre compositore Francesco Balilla Pratella. Il “Fondo Malerbi”, che raccoglie spartiti e documenti dei fratelli, è custodito presso la Biblioteca comunale. La villa è stata restaurata e riaperta nel 2012.
Monumento a Francesco Baracca
Inaugurato nel 1936, è dedicato all’asso dell’aviazione Francesco Baracca, originario di Lugo. L’opera, firmata dallo scultore faentino Domenico Rambelli, presenta una statua in bronzo del pilota accanto a un’enorme ala in travertino alta 27 metri.
Porta San Bartolomeo
Di origine medievale, la porta prende il nome dalla vicinanza a un oratorio intitolato a san Bartolomeo. Non si conosce con precisione la sua data di costruzione.
Cimitero ebraico
Il primo cimitero ebraico, attivo dal XV secolo, si trovava vicino al ghetto, tra gli attuali viali Masi e Dante. Divenuto insufficiente, fu sostituito nel XVIII secolo da un nuovo sito, più ampio. Con l’espansione urbana ottocentesca, il cimitero venne trasferito nell’attuale sede di via di Giù nel 1877. L’emancipazione ebraica e l’urbanizzazione favorirono la migrazione verso grandi città. Il cimitero, che appartiene oggi alla Comunità ebraica di Ferrara, è ancora attivo e visitabile.
Palazzo Drei
Residenza signorile di una famiglia dell’alta borghesia lughese, il palazzo appartenne alla figlia dell’industriale Arrigo Foschini e al dottor Giulio Drei, medico condotto. Dopo la morte di Drei, l’edificio cadde in abbandono e fu successivamente acquistato dallo stilista Angelo Cairoli.
Rocca estense
La Rocca estense La Rocca estense è il monumento più caratteristico della città. Esempio di architettura fortificata, fu costruita sopra un precedente fortilizio. Gli Este la modificarono e ristrutturarono più volte: i loro interventi riguardarono soprattutto le bastionature ed il rafforzamento delle torri. L’aspetto della fortezza è ancora quello della metà del XVI secolo, al tempo degli Este. Dal 1847 la rocca estense ospita gli uffici dell’amministrazione comunale.