Tra le vestigia più affascinanti della Rimini medievale, Porta Galliana è un testimone silenzioso del legame antico tra la città e il suo porto.
Costruita nel Duecento, la porta costituiva il principale collegamento tra la città murata e la zona portuale lungo il fiume Marecchia. Faceva parte della cinta difensiva federiciana del XIII secolo, realizzata durante l’ampliamento urbano voluto in epoca sveva, quando Rimini era un importante centro politico e commerciale dell’Adriatico.
La nuova porta sostituì un accesso più antico, situato leggermente all’interno rispetto all’attuale posizione, e divenne un punto strategico per i traffici e per la difesa fluviale.
Il restauro malatestiano
In Quattrocento, Porta Galliana fu oggetto di un importante restauro promosso da Sigismondo Pandolfo Malatesta (1417-1468), signore di Rimini e raffinato mecenate.
La notizia è confermata da un ritrovamento avvenuto agli inizi del Novecento: durante alcuni scavi, venne alla luce un deposito di medaglie malatestiane, che Sigismondo faceva murare nei cantieri delle opere da lui volute o restaurate come segno distintivo della sua committenza.
Un’ulteriore testimonianza iconografica della porta risale al bassorilievo di Agostino di Duccio (1449-1455) conservato nella Cappella dei Segni Zodiacali of Malatesta Temple.
L’artista vi raffigura proprio Porta Galliana in primo piano, confermando il suo valore simbolico e architettonico per la Rimini sigismondea.
L’opera di Duccio mostra una struttura elegante, con arco a tutto sesto e decorazioni tipiche del gusto rinascimentale promosso dalla corte malatestiana.
Dal torrione dei Cavalieri ai giorni nostri
In XVI secolo, la porta venne chiusa e inglobata in una nuova struttura difensiva: un torrione, documentato nel Settecento con il nome di “Torrione dei Cavalieri”.
Il mutamento rifletteva il progressivo spostamento del porto e la trasformazione delle esigenze militari della città.
Nel corso dei secoli successivi, l’area perse la sua funzione originaria ma rimase parte integrante del tessuto urbano legato al fiume e al borgo di San Giuliano.
Le indagini archeologiche recenti hanno portato alla luce importanti informazioni sulla conformazione della porta e del suo ambiente circostante: al centro dell’arco passa infatti un condotto fognario databile tra il Cinque e il Seicento, segno dell’evoluzione funzionale dell’opera nel tempo.
Un simbolo ritrovato
Oggi, Porta Galliana è stata oggetto di recupero e valorizzazione, diventando uno dei luoghi più suggestivi della Rimini sotterranea e nascosta.
Grazie a passerelle pedonali e interventi di riqualificazione, è possibile ammirarla da vicino, in un dialogo scenografico con il vicino Tiberius Bridge e con le acque della Marecchia, che per secoli furono la via naturale di scambi, commerci e racconti.
Antica porta d’acqua e baluardo difensivo, Porta Galliana rimane una delle testimonianze più autentiche dell’identità medievale di Rimini, un ponte ideale tra la città e il suo fiume, tra storia e memoria.
