Predappio: identità e paesaggio tra vigneti, castelli e memoria storica

Predappio (La Pré o Dvìa in romagnolo) è un comune dell’entroterra forlivese, in provincia di Forlì-Cesena, che conta poco più di 6.000 abitanti. Adagiato sulle prime colline dell’Appennino romagnolo, il paese è noto per il suo ruolo nella storia del Novecento, ma custodisce anche preziose testimonianze di epoche più antiche, risalenti all’epoca romana e medievale. Il suo territorio, immerso in un paesaggio collinare ricco di vigneti e boschi, è parte integrante della tradizione romagnola e offre numerosi spunti di visita tra arte, architettura e natura.

Origine del nome

Il toponimo “Predappio” sembra derivare da prè d’Appia, un’espressione che unisce il termine dialettale prè (“pietra”) al nome “Appia”. Il riferimento è duplice: da un lato alla particolare pietra gialla su cui venne costruito il castello medievale di Predappio Alta, dall’altro alla figura di Giovanni d’Appia, castellano inviato dal papa per governare il territorio e contrastare i ghibellini. Questa doppia origine testimonia quanto la storia del borgo sia intrecciata a quella delle sue strutture fortificate e delle vicende politiche dell’Italia centrale.

Predappio: identità e paesaggio tra vigneti, castelli e memoria storica
PH. Di Gianni Careddu – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=73846626

Fino all’inizio del Novecento, Predappio era un piccolo borgo collinare sorto attorno a un castello, mentre più a valle si trovava Dovìa, un nucleo rurale il cui nome sembra derivare dal latino Duo Viae, con riferimento a due importanti strade romane. Qui vivevano contadini, mezzadri e artigiani, e gli unici punti di aggregazione erano una scuola e un’osteria ancora oggi esistente. Negli anni Venti, con la costruzione del nuovo centro urbano secondo i dettami dell’architettura razionalista del periodo fascista, Dovìa venne trasformata in Predappio Nuova, diventando il nuovo fulcro amministrativo. Il nome “Predappio” passò così a designare il nuovo centro, mentre il borgo antico assunse la denominazione di Predappio Alta.

History

Età antica

Numerosi reperti archeologici testimoniano la presenza umana nel territorio già in epoca preistorica. In particolare, nella frazione di Fiumana sono stati rinvenuti manufatti dell’età del Bronzo e i resti di una villa romana abitata tra il I e il IV secolo d.C., appartenuta probabilmente a ricchi latifondisti. Tali reperti raccontano di un territorio fertile, popolato e attraversato da importanti assi viari che collegavano l’entroterra all’Adriatico. Gli scavi condotti a partire dagli anni Sessanta hanno portato alla luce pavimentazioni in mosaico, frammenti ceramici e strutture murarie, oggi in parte visibili e studiati da istituzioni locali.

Età medievale

In 1045 si ha notizia di un monastero benedettino a Fiumana, guidato nel 1068 da un abate di nome Bonizio. Il monastero divenne nei secoli successivi un punto di riferimento spirituale e culturale per l’area, contribuendo alla trasmissione del sapere e alla gestione delle terre. Nel 1304 Predappio fu controllata dai Marchesi degli Argugliosi, signori locali che fortificarono il castello, e nel 1424 le truppe di Pandolfo III Malatesta conquistarono Fiumana durante una delle numerose contese territoriali dell’epoca. Dieci anni dopo, Antonio Ordelaffi ottenne dal papa anche la signoria su questi territori, consolidando la propria influenza nella valle del Rabbi.

Età moderna e contemporanea

In 19th century, Predappio seguì le sorti della Romagna, passando nel 1859 at Regno di Sardegna e nel 1861 at Regno d’Italia. Il 29 luglio 1883, a Dovìa, nacque Benito Mussolini, figura centrale della storia italiana del Novecento. La sua nascita segnò profondamente la trasformazione del paese, che nel Ventennio divenne oggetto di una radicale opera di ristrutturazione urbana, diventando una sorta di città-simbolo del regime.

La fondazione di Predappio Nuova

A frana verificatasi tra il 1923 e il 1924 fu il pretesto per lo spostamento dell’abitato dal colle al fondovalle. Il nuovo centro, edificato in stile razionalista, fu concepito come simbolo della grandeur del regime fascista. Il 30 agosto 1925, alla presenza di Roberto Farinacci, si tenne la cerimonia di fondazione di Predappio Nuova con la posa della prima pietra delle nuove costruzioni. Mussolini, sebbene non presente quel giorno, visitò i cantieri l’anno seguente.

Con regio decreto del 17 febbraio 1927, la sede comunale fu ufficialmente trasferita da Predappio Alta al nuovo centro. Nello stesso periodo, il territorio venne ampliato inglobando il comune soppresso di Fiumana, estendendo l’influenza amministrativa del nuovo insediamento.

Symbols

Il nuovo comune adottò nel 1927 un nuovo stemma, composto da tre elementi: un fascio littorio, a castello e una torre. Dopo la fine del fascismo, il fascio fu sostituito da un grappolo d’uva, rappresentativo della vocazione vitivinicola del territorio. Il nuovo stemma venne approvato con decreto presidenziale nel 1953. Dal 2006, con la concessione del city title, la corona del blasone è stata modificata secondo protocollo, e oggi raffigura anche i simboli delle comunità precedenti di Predappio e Fiumana.

Monuments and places of interest

Religious architecture

  • Chiesa di Sant’Agostino in Rocca d’Elmici: edificio romanico ad aula unica con affreschi di scuola giottesca romagnola, collocata in un suggestivo contesto rurale.
  • Chiesa di San Cassiano in Pennino: risalente ai secoli X-XI, è monumento nazionale dal 1934. Conserva una cripta originaria e strutture in pietra a vista.
  • Chiesa di Sant’Antonio di Padova: costruita nel 1931 su progetto di Cesare Bazzani, con portale decorato da Alfredo Biagini. Fu uno degli edifici simbolici della nuova Predappio.
  • Chiesa di Santa Maria Assunta: a Predappio Alta, di stile ottocentesco, con struttura semplice e facciata a capanna.
  • Chiesa di San Martinino: piccola chiesa rurale del XV secolo, oggi sconsacrata. Immersa nel bosco, conserva l’atmosfera mistica delle pievi appenniniche.
  • Santuario della Beata Vergine della Maestà: costruito nel XVIII secolo, custodisce ex voto e testimonianze della devozione popolare locale.

Civil architecture

  • Casa del Fascio: edificio monumentale del 1937, simbolo dell’architettura fascista, oggi incluso nel circuito europeo ATRIUM per la valorizzazione del patrimonio del XX secolo.
  • Casa Becker: costruita nel 1925 per ospitare gli sfollati della frana, finanziata da un politico inglese. È uno dei primi esempi di edilizia pubblica della nuova città.
  • Edificio postelegrafonico: progettato da Florestano Di Fausto, si distingue per il portico e la decorazione in travertino. Ospitava anche l’alloggio del direttore postale.
  • Casa dei Sanitari: inaugurata nel 1931, era un presidio sanitario dotato di farmacia, ambulatorio e dispensario. Il complesso è costituito da tre edifici collegati.
Predappio: identità e paesaggio tra vigneti, castelli e memoria storica
Ph. Di Perkele di Wikipedia in italiano – Trasferito da it.wikipedia su Commons., Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=87740187
  • Caserma dei Carabinieri: ampliata tra il 1934 e il 1937, presenta una scenografica corte semicircolare e due torrette cilindriche ai lati della facciata.
  • Mercato dei Viveri: esedra porticata con dodici arcate, affacciata sul centro cittadino, un tempo collegata alla casa natale di Mussolini tramite una monumentale scalinata.
  • Palazzo Varano: oggi sede del municipio, fu ristrutturato nel 1926 e arricchito di decorazioni e una torre con orologio. Ha ospitato la famiglia Mussolini e la scuola locale.

Cripta Mussolini

Situata nel cimitero di San Cassiano, ospita le spoglie di Benito Mussolini e altri membri della sua famiglia. È visitata ogni anno da migliaia di persone.

Predappio: identità e paesaggio tra vigneti, castelli e memoria storica
Ph. Di Pimvantend – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=17297184

Castello di Predappio Alta

Dell’antico castello medievale, citato già nel 1283, restano ancora visibili i resti sulle alture di Predappio Alta. Il castello fu rinforzato nel 1471 e rappresenta il nucleo originario del borgo.

Cultura e ricerca

Nel territorio predappiese si trova il centro internazionale CICLoPE (Centre for International Cooperation in Long Pipe Experiments), struttura di ricerca avanzata sulla fluidodinamica ospitata in ex gallerie militari della Caproni. Il progetto, finanziato dall’UE e dall’Università di Bologna, punta allo studio delle turbolenze ad alto numero di Reynolds e coinvolge numerosi partner internazionali.

Enogastronomia

Predappio è uno dei centri simbolo della produzione del Sangiovese, vino principe della Romagna, coltivato sulle dolci colline del territorio. Numerose cantine e aziende agricole offrono degustazioni, visite guidate e vendite dirette. Oltre al vino, si segnala anche la produzione di formaggi locali. Di particolare interesse è un formaggio stagionato nelle solfatare, cavità naturali un tempo utilizzate per l’estrazione dello zolfo, che conferiscono al prodotto sapori minerali e profumi unici.

Geografia antropica

Tra le frazioni del comune: Fiumana, San Cristoforo, Fiordinano, Riggiano, Predappio Alta, Calboli, Colmano, Marsignano, Massera, San Cassiano in Pennino, San Savino, Sant’Agostino, Santa Lucia, Santa Marina in Particeto, Porcentico, Tontola, Trivella, Montemaggiore di Predappio, Monte Mirabello, Monte Colombo.

Monsignano (o Marsignano) conserva importanti reperti di epoca romana, tra cui cippi votivi dedicati a Giove e Giunone. Il cippo dedicato a Giove Vector, conservato al Museo Archeologico di Forlì, è considerato la più antica testimonianza epigrafica del Forlivese. Altri cippi dedicati a Giove Obsequens e a Giunone Regina testimoniano l’importanza religiosa del sito nell’antichità.

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